I fratelli Iker e Eneko Pou alle Tre cime di Lavaredo su quella che alcuni considerano la più difficile via delle Alpi. Ecco il video della scalata a Pan Aroma (8c/500 metri), la via di Alexander Huber che attraversa l’enorme tetto sulla parete Nord della Cima Ovest, si sviluppa su roccia non solida con protezioni dubbie e ha l’uscita in comune con la via Cassin.
Senza compromessi
La vita e gli scritti di Reinhard Karl, alpinista tedesco, si leggono godibilmente. Karl si rifà a Sir Hillary e Hermann Buhl, cioè all’Alpinismo con la A maiuscola, romantico, idealista, epico, pulito, all’Alpinismo delle grandi imprese, vivere per raccontarla.
“Avevo deciso di fare il meccanico. Perché? La tecnica, guidare lontano, fare qualcosa con le mie mani, queste erano le ragioni che mi spinsero a scegliere il più sporco e miserabile fra i diversi mestieri che un quattordicenne possa sognare”. La montagna come furto, furto di giorni, ore, al sonno, al riposo della domenica, alle sicurezze di una vita tradizionale. “L’alpinismo divenne per me qualcosa di simile ad un altro mondo, significava scoprire che esisteva qualcos’altro oltre al lavoro, il cottimo e le automobili” (p. 218).
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Il Monte Analogo
“Sotto le parvenze di un romanzo d’avventure, o di un racconto fantastico, Il Monte Analogo ci offre una ” metafisica dell’alpinismo ” che è, anche, un itinerario minuzioso, lentamente maturato nelle esperienze dell’autore, verso un centro, sentito come liberazione della persona da ogni suo limite, verso una vetta in cui, al disopra di ogni specifica contraddizione, ciascun uomo attui le proprie umane possibilità”. | |
La montagna non è né simbolo né metafora, ma pietra e silenzio, luce e vento, fatica e ricompensa. Concretezza opposta ad astrazione. Eppure la quarta di copertina sopra riportata rappresenta bene le numerose interpretazioni cui questo libro ha dato luogo, fino a divenire un vero cult (oltre che nome di siti Internet, birrerie, librerie, negozi di alpinismo). [Continua...] |
Il settimo grado
Caos calmo
L’idea è geniale. E suscita subito molte curiosità: come farà con il lavoro? non si annoierà? eccetera. Purtroppo l’autore si sottrae alla sfida che si è spontaneamente lanciato, rifuggendo in un fiorire artificiale di episodi, storie e storielle poco credibili e comunque poco interessanti. Alla fine, non succede mai niente. E, ahimé, ciò accade per quattrocento interminabili pagine.
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In vetta senza scorciatoie
In vetta senza scorciatoie, è il titolo del libro che segnalo pur non avendolo letto. L’ha scritto l’alpinista americano Ed Viesturs con l’aiuto del giornalista specializzato David Roberts. Traggo questa informazione da un articolo apparso il 15.07.2007 sul “Domenicale”, il supplemento culturale che accompagna il Sole 24 Ore ogni domenica. Viesturs appartiene alla ristretta èlite degli alpinisti che hanno scalato tutti i 14 Ottomila, per altro senza bombole d’ossigeno.
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