Brizio-Danesi

Da quando è possibile percorre nuovamente la ferrata Brizio, molti alpinisti romani, quando vogliono fare una via alle Fiamme di Pietra, anziché ai Prati di Tivo parcheggiano a Campo Imperatore (se non addirittura a Fonte Cerreto): più montagna, meno asfalto, stesso tempo. La ferrata Brizio è una ferrata a sé: non porta in vetta, come la Danesi e la Ricci, non compie una strepitosa escursione circolare, come la Ventricini, non porta neanche a un bivacco, come per il Bafile. Nasce come collegamento-scorciatoia tra la Sella del Brecciaio e la Sella dei Due Corni, evitando il Passo del Cannone, e permette di attraversare un ambiente selvaggio altrimenti inaccessibile ai più. Di seguito è descritto l’itinerario che da Campo Imperatore conduce alla vetta del Corno Piccolo, tramite le ferrate Brizio e Danesi.

Dal piazzale dell’albergo di Campo Imperatore (2130m) si segue il sentiero per la normale alla vetta occidentale del Corno Grande fino alla Sella del Brecciaio (2506m, 1h 20 minuti) dove una targa in pietra e numerosi cartelli indicano il bivio a sinistra per la ferrata Brizio. Riaperta nel 2017 nell’ambito del grande intervento di restauro e manutenzione delle ferrate del Gran Sasso, dopo un lunghissimo periodo di chiusura, la Brizio è stata subito “colpita” nel suo passo chiave, rendendosi necessario nel 2018 un intervento di sostituzione di una scala. È infatti un itinerario che d’inverno è soggetto a valanghe, tant’è che può capitare di trovare nevai anche d’estate. Se non si hanno informazioni certe sulla sua percorribilità, in particolare sul nevaio ai piedi del passo chiave, prudenza e buon senso richiedono di avere appresso piccozza e ramponi. Trattandosi di una via ferrata sono obbligatori: caschetto, imbraco, longe, moschettoni, dissipatore, guanti, esperienza. L’itinerario è facilmente individuabile grazie ai numerosi segni di vernice, oltre che ovviamente a cavi metallici e scalette. La ferrata Brizio è all’ombra per gran parte della giornata. La ferrata Danesi invece è esposta a sud.

Dalla Sella del Brecciaio il sentiero si mantiene orizzontale per un po’, poi punta decisamente a valle “allontanandosi” dalla parete, quindi piega a destra e scende fino a una prima scala. Da ammirare la roccia levigata del colatoio. Un altro tratto orizzontale porta a una larga cengia, che introduce al passo chiave della ferrata (foto A della relazione). Con esposizione decisa, si scende per una scala di metallo, al termine della quale si continua a scendere tramite numerosi “gradini” di metallo. La parete è imponente, e in alcuni punti leggermente aggettante. Giunti in fondo, anche in piena estate, è facile trovare un grande nevaio, che caratterizza molti dei video disponibili in rete sulla ferrata. Avendo piccozza e ramponi lo si può attraversare, altrimenti occorre aggirarlo a monte (più breve, meno facile) oppure a valle (meno breve, più facile). Le possibilità di aggiramento dipendono dalla stagione e da quanto è carico il nevaio. Quando abbiamo percorso noi la ferrata, ottobre 2019, il percorso era del tutto pulito: il nevaio non c’era. Da qui in avanti l’itinerario sale leggermente fino a condurre alla base delle Fiamme di Pietra, ai piedi del Campanile Livia, all’attacco della ferrata Danesi (2460m, 1h 20 minuti, targa metallica, numerosi segni di vernice).

Il tratto iniziale della Danesi è un sentiero ripido che dura un po’. Una scala di metallo su parete verticale inaugura l’inizio della ferrata vera e propria. L’itinerario è molto verticale e molto bello, alcuni dei “gradini” metallici sono decisamente distanziati e richiedono di mettere i piedi sulla roccia. Giunti in orizzontale, fare attenzione: occorre proseguire lungo il cavo di acciaio (anziché virare a destra, dove sono ancora numerosi ed evidenti i segni di vernice del vecchio tracciato) puntando una sorta di arco di pietra (foto B della relazione) e sempre seguendo il cavo di acciaio e poi nuovamente anche i segni di vernice si arriva velocemente alla vetta del Corno Piccolo (2655m, 1h 10 minuti, in totale quindi 3h 50 minuti dall’albergo di Campo Imperatore).

La vetta del Corno Piccolo vista dal tratto finale della Danesi

Il ritorno avviene per lo stesso percorso dell’andata. Dalla vetta si scende per alcune decine di metri poi si piega a sinistra (sud) e si prende la Danesi. Si passa tra le rocce, quasi sul bordo della parete che dà sul rifugio Franchetti, poi si lascia il bordo andando a prendere l’attacco del tratto verticale che scende giù fino ai numerosi “gradini”, al termine dei quali si prosegue lungo il sentiero. La Danesi termina sul Ventricini ai piedi del Campanile Livia (2460m, 50 minuti). Proseguendo la direttrice in orizzontale ci si trova naturalmente sul tracciato della Brizio. In breve si è ai piedi del passo chiave. Siccome si sarà sicuramente stanchi, conviene riposare qualche minuto, prima di affrontarlo. La parte finale della ferrata regala scorci bellissimi sui pilastri di Intermesoli. Alla Sella del Brecciaio (2506m, 1h 10 minuti) si può riporre tutta l’attrezzatura nello zaino. Da qui si prosegue placidamente fino al piazzale dell’albergo di Campo Imperatore (2130m, 1h 10 minuti, in totale quindi 3h 10 minuti dalla vetta del Corno Piccolo).

Complessivamente circa 600m di dislivello a salire e altrettanti a scendere, 7h di tempo di pura azione (quindi senza conteggiare le pause). Scarica e stampa la relazione.

Relazione ferrate Brizio e Danesi

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