Durata del materiale

Ce la rischiamo, non c’è nessuno che possa smentire questa affermazione. Ce la rischiamo per pigrizia, sciatteria, e in qualche caso – i peggiori – tirchieria. Per dire: un imbraco, comprato e mai utilizzato, perfettamente conservato, dopo 10 anni dalla data di fabbricazione scade. No way: lo devi prendere, magari chiedendoti perché non l’hai utilizzato neanche una volta in così tanti anni, e lo devi distruggere.

Perfettamente conservato, poi… per poterlo dire dovrebbe essere stato conservato in un luogo asciutto (ma c’è chi lo tiene in cantina), al riparo da fonti di calore (ma delle volte resta nel portabagagli dell’automobile parcheggiata al sole), non compresso (ma capita che anziché sopra finisca sotto la sacca dei rinvii). Insomma, 10 anni è il limite massimo teorico per i tessuti (imbraco, fettucce, cordini, rinvii, corde) ma nella pratica il limite è molto inferiore; 5 anni in caso di uso saltuario, 3 anni in caso di uso regolare, meno di un anno in caso di uso intenso. I tessuti (imbraco, fettucce, cordini, rinvii, corde) vanno ispezionati visivamente e tattilmente spesso. Non serve una scienza: quando appaiono logori, quando tra le mani la corda presenta discontinuità, quando la camicia è consumata, buttare senza pietà. Affidiamo la nostra vita e quella del compagno al nostro materiale, non giochiamocele per qualche decina di euro. Uno dei più forti climber italiani, la guida alpina Alessandro “Jolly” Lamberti, scrive sul sito Climbook: “Personalmente, negli ultimi anni, mi sono molto allontanato dal consumismo e sono contrario alla obsolescenza programmata dei prodotti, sono favorevole alla condivisione, alla riparazione, al riciclo. Tutto questo NON può essere applicato al materiale di scalata. La maggior parte degli scalatori usa come corda dei vecchi canaponi ormai secchi, privi di elasticità e soprattutto accorciati dai numerosi tagli della parte finale consumata. Questo è pericoloso, la corda può non essere più sufficientemente lunga e sufficientemente elastica. Gli imbrachi vanno cambiati spesso. I moschettoni vanno controllati. Nella scalata, il materiale non dovrebbe essere condiviso, riparato o riciclato”. Parole che facciamo interamente nostre. E siccome la memoria è soggettiva, buona norma sarebbe riservare una Moleskine per annotare di ogni prodotto: data di acquisto, indicazioni sulla durata, istruzioni per una corretta conservazione.

E i moschettoni? L’alluminio non ha una durata predeterminata quindi, in teoria, potrebbe durare in eterno, ciò che effettivamente potrebbe capitare al moschettone con il quale appendiamo la mazzetta di dadi all’imbraco. Viceversa, un rinvio fissato in parete ed utilizzato da tutti sarà usurato nel moschettone in cui scorre la corda al punto di diventare tagliente e quindi pericoloso. Pertanto, i moschettoni vanno anch’essi ispezionati severamente (es. chiusura difettosa). Una precisazione importante: parliamo di moschettoni per scalata, marchiati Conformità Europea, con uno standard medio di 24 kN di tenuta. I moschettoni da ferramenta lasciamoli dove sono: dal ferramenta.

Un lettore ci ha scritto: “paranoie, non si è mai sentito di un climber morto per il cedimento dell’anello di servizio dell’imbraco, o per la fettuccia di un rinvio che non ha tenuto”. Fratello, si vede che passi la vita a guardarti l’ombelico, perché le cronache raccontano spesso di incidenti dovuti a materiale vetusto, e ancora più spesso racconterebbero se potessero sapere dalla viva voce dei tanti climber morti.

Alcuni suggerimenti specifici tratti dalle pagine web dell’azienda PETZL:
Non segnare la metà corda con un pennarello qualsiasi: i componenti chimici di pennarelli, vernici, nastri adesivi rischiano di essere incompatibili con il poliammide. Questi componenti possono deteriorare le fibre e modificare la struttura e la resistenza degli elementi in plastica. Non sedersi sul caschetto. Non prestare la propria attrezzatura a sconosciuti o a persone di cui non ci fidiamo appieno. Dopo una singola caduta importante, il materiale coinvolto è da ritenere non più affidabile.

Condividi:
  • Facebook